Articoli divulgativi di psicologia generale

Essere in grado di comunicare con efficacia e relazionarsi agli altri in modo soddisfacente è oggi un’abilità essenziale per sentirsi capaci di adattarsi all’ambiente e realizzare le proprie aspettative.

L’individuo cresce con valori e ambizioni che sono una mistura di ciò che acquisisce nel suo ambiente di sviluppo, la famiglia, e nel mondo di relazioni che lui stesso crea man mano che, diventando adulto, affronta la vita in prima persona.

La libertà di realizzare se stessi è fortemente limitata se, per vari fattori, la capacità di esprimersi e la fiducia nel fatto di sapersi e potersi esprimere risulta ridotta in misura significativa.

L’individuo può allora desiderare, fantasticare - costruire un modo di “se” e di “ipotesi” dove rappresentare tutte le proprie potenzialità - per compensare una vita invece misera di contatti e di spessore qualitativo nelle relazioni, siano esse sentimentali che di altro genere.

Riuscire a comunicare in modo adeguato significa non soltanto possedere integro il funzionamento degli apparati preposti alla comunicazione, ma significa soprattutto aver raggiunto la consapevolezza che permette di svelare se stessi con sicurezza, nella giusta misura, e anche proteggere con forza la propria intimità, quando è necessario.

Possedere una buona autostima è un requisito essenziale per ridurre al minimo le difficoltà psicologiche e per affrontare al meglio le situazioni frustranti che possono capitare di giorno in giorno. Chi ha una buona autostima è più capace di tollerare le frustrazioni e mantenersi in un sano equilibrio oppure è avvantaggiato nella funzione di ritorno alla normalità, quando si trova costretto dalle varie situazioni a subire conflitti e frustrazioni.

Essendo questo un articolo divulgativo, anziché limitarci ad una definizione astratta e teorica dell'autostima, ci orienteremo verso una serie di considerazioni pratiche, utili per i lettori che siano desiderosi di confrontarsi immediatamente con questi temi, dando il via a riflessioni che potrebbero avere conseguenze interessanti e soprattutto utili in termini di efficacia e maggiore consapevolezza.

Scritto in collaborazione con la Dr.ssa Sandra Pierpaoli, psicologa psicoterapeuta

Introduzione

Sarà capitato a tutti di provare le sensazioni di precarietà o di pericolo vero e proprio dovuti a condizioni di squilibrio. Cadere, introdurre nell'organismo sostanze nocive, restare troppo in apnea, torturarsi continuamente ripensando allo stesso avvenimento: ecco alcuni dei moltissimi esempi di squilibrio che potremmo elencare per richiamare con tutta evidenza le sensazioni che questi accadimenti comportano. Vissuti di apprensione, tensione, pericolo, angoscia, stanchezza e confusione sono normalmente presenti negli stati di squilibrio e il loro scatenamento produce, a vari livelli, la perdita del benessere o il peggioramento del malessere che la persona percepisce in quei momenti.

Oggi più che mai gli stimoli provenienti dai mezzi di informazione suscitano apprensione e reazioni anche profonde della personalità. Non essendo possibile vivere in una chiusura ermetica rispetto all’ambiente ci troviamo costretti a ricercare il benessere psicofisico attraverso un processo di armonizzazione, come possibile, tra il nostro modo di pensare e questi stimoli così ansiogeni per non dire angoscianti.

Il benessere della mente non è semplice sinonimo di rilassamento e pace interiore. Il benessere significa innanzitutto buon adattamento all’ambiente. Per questo motivo l’ambiente (anche quello relazionale) deve risultare “vivibile” cioè compatibile con la vita, nel nostro caso mentale, dell’uomo.