Questo articolo risale al 2002 e certamente da allora sono cambiate molte cose, soprattutto sul versante tecnico, portando la comunicazione virtuale ad un grado di consuetudine che nel 2002 era meno evidente. Molte considerazioni riportate nell'articolo sono però sostanzialmente valide ancora oggi, perciò ho preferito mantenere inalterato il contenuto dell'articolo, riservandomi in altra sede di pubblicare qualcosa di più aggiornato.
I punti dell'elenco che segue sono rivolti soprattutto al nuovo utente di chat, cioè a colui che comincia l'avventura verso questo universo del dialogo virtuale. Spero possano servire come piccole scialuppe di salvataggio nel caso in cui l'impatto con la novità si dimostri negativo. Nella mia esperienza ho incontrato alcuni individui rimasti "scottati" dalla chat: la conoscenza di questo elenco di cose importanti da sapere li avrebbe forse protetti un po' dalle ferite e dalla delusione che hanno provato. La chat contiene la stessa varietà del mondo reale, e un minimo di accortezza è il mio suggerimento. Questo elenco non è certo esaustivo e chiunque può scrivere per apportare un contributo che sarà certo gradito.
Vademecum per l'utente in chat
1) Qualsiasi frase può essere frutto di ripensamento (ossia scritta, cancellata e modificata), dunque potrebbe non essere una risposta immediata e sincera, bensì "ragionata" e a volte opposta a quella fornita d'istinto.
2) Il senso di attenzione incondizionata e speciale non è verificabile direttamente. Non essendoci un contatto faccia a faccia può sembrare di avere un'attenzione completa quando invece l'altro sta magari dialogando separatamente con altri individui o parlando al telefono tra un rigo di chat e l'altro.
3) Non sempre è possibile distinguere la lentezza dovuta a una connessione sovraccarica dalla lentezza generata dal disinteresse o dalla maggiore occupazione della persona con cui si sta dialogando.
4) Una stessa frase, specie isolata dal contesto, può avere diverse sfumature che sono chiare per chi invia ma invisibili per chi le riceve. L'uso di faccine o di punteggiatura appropriata facilita la comprensione.
5) Il ricevente tende a interpretare a modo suo le comunicazioni dell'altro, quando queste sono inusuali o ambigue.
6) La menzogna nel dialogo virtuale è molto più facile da sostenere.
7) C'è la tendenza a descriversi e a porsi in chat sostenendo le proprie capacità positive e celando quelle negative. La certezza della distanza reale può rendere credibile all'interlocutore l'immagine proposta.
8) L'anonimato può produrre una maggiore sicurezza nell'espressione dei propri bisogni insoddisfatti: ecco perché è frequente incontrare persone in cerca di stimoli sessuali o affettivi. Non sono necessariamente maniaci che pensano esclusivamente e continuamente a questi bisogni, semplicemente hanno, a loro giudizio, più opportunità di risolverli nella Rete.
9) L'infatuazione da chat è un fenomeno che, di più dell'innamoramento reale, si basa sull'immagine evocata nel fascino dei primi contatti. La rispondenza affettiva è proporzionale alla capacità di esaudire reciprocamente i desideri del momento. In genere dopo un certo numero di sessioni di chat la maggiore conoscenza riporta il rapporto entro una certa normalità affettiva, a volte simile alla familiarità, e si riescono a notare anche le ombre della persona di cui ci si è infatuati.
10) C'è una grossa differenza tra chi pensa alla chat come un mondo a sé, distaccato dal contesto reale, rispetto a chi la usa più o meno come può essere un telefono. Nel primo caso l'intensità, l'assolutezza e la profondità delle comunicazioni ha valore solo nella dimensione virtuale e non dice niente di come si comporterebbe quella persona nella suo contesto reale. Nel secondo caso il comportamento è più costante e anche le comunicazioni sono più realistiche. Spesso questo secondo gruppo di utenti utilizza la chat come mezzo per arrivare all'incontro, mentre il primo gruppo cerca di esaudire i propri bisogni relazionali all'interno della virtualità, sentita come limite massimo.
11) La chat può essere usata per gioco, anche estremo, quindi non è mai possibile sapere le finalità ultime dell'altra persona. A volte l'altro può essere se stesso mentre altre volte può recitare un ruolo costruito sulla sua fantasia del momento.
12) La facilità, visto il numero impressionante di utenti, di trovare persone con cui dialogare virtualmente ha il suo lato dolente nella difficoltà di mantenere vivo l'interesse nell'altro in una o in sessioni successive di chat, pena l'abbandono repentino per disinteresse. E' dunque utile mantenere inaccessibili alcuni valori che creino una sorta di mistero o di segreta ambizione da parte della persona con cui si sta dialogando. In genere ci sono alcuni livelli crescenti di valori in relazione all'intimità delle comunicazioni o al disvelamento di se stessi: frasi generiche; frasi su se stessi; frasi sulla propria intimità affettiva o sessuale; la propria email; la foto o la voce digitalizzata; la propria immagine in movimento; il numero di cellulare; ecc.
13) Prima di accettare un incontro, anche telefonico, è bene riflettere sulle informazioni in possesso riguardanti la persona e stabilire quali di queste siano verificabili. Di conseguenza prendere ogni precauzione necessaria prima di arrivare all'incontro.
14) Qualsiasi insistenza, soprattutto fuori contesto, sulla richiesta di informazioni relative a familiari, dati anagrafici, domicilio, documenti, ecc. va vista con diffidenza e vagliata con cautela.
15) In chat entrano persone con differenti sistemi di riferimento, dotati di linguaggi diversi e con personalità diverse. Non è pensabile né conveniente giudicare tutti con lo stesso metro del nostro personale modo di vedere i valori e i principi della vita. La libertà e la diversità sono possibili fonti di accrescimento. Allo stesso tempo proprio in virtù di queste diversità è bene entrare in chat "preparati a tutto" e con una buona disponibilità d'animo.
16) Benché l'anonimato sia un grande amico contro l'inibizione, le confidenze fatte in chat dovrebbero essere fini a se stesse, ossia possedere l'effetto liberatorio che vorremo. Aver affidato a qualcuno le nostre storie e i nostri pensieri con assoluta sincerità non ci garantisce sull'uso successivo che verrà fatto di quelle nostre comunicazioni. E' quindi consigliabile non indicare nomi, date, posti, ecc.
17) Una tattica usata per contattare è quella di chiamare lo stesso utente varie volte con nick diversi e senza farsi mai riconoscere, imparando ogni volta dal suo eventuale rifiuto, quelle nozioni sulla personalità che permettano all'altro di "conquistarla" alla fine, con l'ennesimo nick. Va da sé che l'effetto "sorpresa" e "fascino" che suscita questo ultimo nick è del tutto fuorviante e subdolo.
© Dr. Giuseppe Vadalà - 2002 - Il testo non può essere riprodotto né in parte né totalmente senza il consenso dell'autore